Caso Cipriani, parla l'avvocato Coffari: «Quei bimbi trattati come reclusi» - Le Cronache
Cronaca Primo piano

Caso Cipriani, parla l’avvocato Coffari: «Quei bimbi trattati come reclusi»

Caso Cipriani, parla l’avvocato Coffari: «Quei bimbi trattati come reclusi»

di Antonella Pacilio

 

BATTIPAGLIA. «Ho presentato istanza alla Corte d’Appello in modo da poter smontare punto per punto un’accusa inesistente che non aveva più motivo di esistere». Denuncia così l’avvocato Andrea Coffari, legale della professoressa Donatella Cipriani, una situazione che per alcuni aspetti presenta qualcosa di inverosimile. Lo scorso 15 marzo mamma Donatella è stata accusata di “sindrome di alienazione parentale” (Pas) sarebbe stata lei, che aveva denunciato al tribunale dei minori di Salerno gli abusi subiti dai suoi bambini Carlo e Luca (nomi di fantasia) da parte della figura paterna, a convincerli “manipolandoli” a ribellarsi agli abusi (considerati inesistenti o comunque condizionati dalla madre a parere dei giudici nonostante diverse perizie e testimonianze dei bambini dimostrino il contrario. Fatto sta  che i bambini ancora oggi dopo nove mesi di distacco totale dalla madre considerano come negativa e violenta la figura paterna rifiutando ogni contatto con essa e facendo in modo che anche praticamente questa teoria della manipolazione lasci alquanto a desiderare). Ora la Pas è stata definitivamente “sconfitta” grazie alla precisione e all’intervento dell’avvocato Coffari. «E’ un’accusa inesistente. Un provvedimento quello dell’allontanamento che si è basato su una teoria di Pas che è stata totalmente smantellata dinanzi alla Corte d’Appello che ha comunque continuato a portare avanti un procedimento di tipo punitivo sia nei confronti dei bambini sia nei confronti della madre. Questa lontananza non ha più motivo di esistere considerato che il motivo del provvedimento non sussiste. Eppure la Corte ha voluto appellarsi a delle motivazioni senza logica e senza pietà. Si è fatto appello ad una sindrome dell’obesità relativo all’aumento di peso dei bambini (altra sindrome da dimostrare tra l’altro è che i bambini hanno iniziato ad aumentare di peso dopo aver dichiarato le violenze subite dal padre e allo stato attuale hanno perso circa 13 chili presso la casa famiglia di Salerno. Tutto questo senza visita medica né pediatrica che abbia accertato l’esistenza o meno di un problema relativo al peso nda) e ad una relazione del Ctu che parla di un aspetto di labilità presentato dalla madre aspetto tra l’altro alquanto illogico considerato che qualsiasi madre che si vede strappata i figli improvvisamente con auto della polizia dinanzi al cancello di casa avrebbe quanto meno avuto un momento di debolezza o di cosiddetta “labilità”».  Ad onor del vero e per motivi di cronaca sarebbe opportuno analizzare i termini. Se per labilità intendiamo una fragilità, così come si evince dalla perizia del Ctu, viene facilmente da chiedersi chi dopo aver subito e denunciato violenze private e sui figli ed aver cercato nonostante tutto di essere una madre presente ed esemplare si vede penalizzata proprio da quella giustizia alla quale aveva chiesto aiuto non presenti aspetti quanto meno di fragilità? Tutto questo non fa pendere la bilancia verso un giudizio negativo, bensì verso una realtà, quella della famiglia composta da Donatella Cipriani e dai suoi due bambini, che va tutelata. Per quanto riguarda il resto delle denunce relative al padre la giustizia farà il suo corso. «Ricorreremo in Cassazione – continua l’avvocato Andrea Coffari – anche con un’interrogazione parlamentare. L’esistenza della Pas poteva in maniera marginale anche giustificare una situazione del genere, ma ora che anche quest’accusa è totalmente crollata cosa si aspetta a far in modo che questi bambini tornino dalla loro madre. E’ un problema di civiltà giuridica nei confronti dei bambini e non mi stancherò mai di dirlo. E’ una reclusione per queste anime innocenti, tutto questo clamore senza neanche una perizia psichiatrica. Anche le recenti accuse sono sprovviste di alcuna perizia psichiatrica e quindi fatte sulla base del nulla. Continueremo con il ricorso in Cassazione».