«Andria fu "fatto fuori" dal suo stesso partito» - Le Cronache
Attualità

«Andria fu “fatto fuori” dal suo stesso partito»

«Andria fu “fatto fuori” dal suo stesso partito»

di Andrea Pellegrino

«Salerno deve diventare una città dove i giovani possono parlare, occuparsi in prima linea di politica, vincere senza l’aiuto di nessuno». Questo il pensiero di Gaetano Ingrasciotta consigliere comunale dal 1993 al 1997 e presidente della commissione Commercio industria lavori portuali e turismo. Di estrazione socialista si è candidato con la lista civica (Progressisti per Salerno) di Vincenzo De Luca per poi approdare nel partito della Rifondazione Comunista e poi al Pd. Ama la Salerno di Vincenzo De Luca anche se confessa, con un po’ di amarezza «da quando non mi ha ricandidato (nonostante le rassicurazioni – precisa) non mi ha fatto neppure una telefonata».
Come vede la città di Salerno?
«Una città bellissima anche grazie al lavoro del sindaco Vincenzo De Luca. Io penso che la città di Salerno sia una delle più belle al mondo».
Un giudizio sull’ormai nota e dibattuta trasformazione urbanistica?
«È stata positiva. Ha cambiato il rivalutato l’immagine di questa città. Con particolare attenzione al centro storico di Salerno che fino a qualche anno fa era un deserto, a tal punto che era pericoloso perfino attraversarlo. Anche per l’assenza della forza pubblica. Ora ci ritrovo tanti giovani, e a me piace stare con i giovani».
Salerno è una città turistica?
«Avrebbe bisogno di rivalutare le sue bellezze naturali, culturali ed architettoniche. Io provai a fare ciò quando nel 1993 invitai al Comune tutti i sindaci della Costa Amalfitana che di quella Cilentana. La mia idea? Creare un collegamento con i territori limitrofi quando a Salerno approdavano i turisti, già allora con le navi da crociera. Ma non venne nessuno tranne il sindaco di Praiano e quello di Agropoli. Segno che questo progetto non interessava a nessuno».
Il porto commerciale. Secondo lei è giusta la sua collocazione all’ingresso della città?
«In quel luogo è un caos. Troppi servizi concentrati e un’ubicazione sbagliata. Doveva nascere nella zona orientale. Così come si era deciso all’inizio»
Che dice del Crescent e della piazza della Libertà?
«Una grande cosa a mio giudizio. Credo che rappresenti anche un’occasione di lavoro per le persone e soprattutto per i giovani di questa città. Sui problemi tecnici sollevati negli ultimi giorni? Se qualcuno ha sbagliato (parlo dei tecnici) non è colpa del sindaco. Tra l’altro penso che lo sbaglio sia avvenuto in buona fede».
Passiamo alla Cittadella Giudiziaria, favorevole o contrario al secondo progetto (ossia quello che posiziona l’attuale edificio in via Irno)?
«Il primo progetto è stato un flop: non si è realizzato nulla, quindi è stato un flop. Reputo, invece, opportuna questa nuova collocazione. Il tribunale deve stare al centro della città. Così come è presente nelle zone centrali di gran parte delle città. Anche se i lavori vanno avanti da troppo tempo. Penso che questo sia un danno anche per chi ha investito nei pressi della Cittadella giudiziaria, come i tanti professionisti che hanno fittato immobili per i loro studi e che a distanza di anni si ritrovano ancora con una tribunale non funzionante. Un danno enorme soprattutto per quei professionisti già martoriati dalla crisi economica. Spero che de Luca venga più presto a tagliare questo nastro. A lui piace tagliare i nastri, anche se non è San Matteo».
Cosa contesta oggi?
«Contesto un viceministro (De Luca, ndr) che non ha avuto ancora le deleghe. Un viceministro che appartiene allo stesso partito di Enrico Letta che è anche il mio. Perché parliamoci chiaro il ministro (Lupi, ndr) non c’entra nulla. E’ tutto nelle mani del Presidente del Consiglio, esponente del Pd. Quindi esorto de Luca a battere i pugni sul tavolo e non a dimettersi o minacciare le dimissioni».
Ed ancora?
«In questa città non si fa più politica. Alla maggioranza piace tutto ciò che fa il sindaco e penso anche alla stessa opposizione. Fingono di fare un pizzico di polemica. Un esempio? La Conferenza dei capigruppo potrebbe e dovrebbe essere il luogo di scontro di confronto tra maggioranza ed opposizione invece noto che sono tutte rose e fiori».
Quale è il suo concetto di politica?
«La politica è stare 24 ore su 24 a disposizione della povera gente, degli anziani, dei giovani, dei bambini e delle persone che hanno una necessità. Soprattutto in questo momento di crisi profonda. Io mi sento ad oggi ancora consigliere o assessore di quel popolo. E sempre sarò al loro fianco. Così come sempre sarò attento ai problemi delle frazioni. Non accetto, poi, che i giovani non abbiano lavoro, così come accetto che l’80% di disoccupati salernitani possiede un diploma o una laurea. Alcuni di loro sono costretti a lasciare questa città per trovare lavoro questo non mi sta bene».
Cosa bisognerebbe fare?
«Un serio investimento sui giovani. Agevolazioni per chi assume. Penso alle tante aziende di Salerno che non hanno problemi economici questo momento. Sa quale è la cosa che mi fa più rabbia?»
Dica..
«Vedere che in un ospedale all’estero, dove sono stato, è retto da ben sei salernitani. E non solo. Gran parte del personale proviene dall’Italia e in particolare dal Sud. Purtroppo devo dire che i nostri parlamentari nulla hanno fatto e nulla fanno. Soprattutto i salernitani: sono abituati a parlare sempre dopo. Un esempio?».
Certamente…
«Il Tribunale di Sala Consilina. Leggo le dichiarazioni di deputati e senatori dopo che la decisione è stata presa. Perché non si sono preoccupati prima? Sempre dopo. Guardi io oggi mi pento di aver votato Tino Iannuzzi (oggi) e Roberto Manzione (all’epoca). Soprattutto dopo che un partito e delle persone hanno messo fuori gioco un esponente politico con Alfonso Andria».
Parla delle primarie del Pd per la scelta dei parlamentari?
«Parlo di un politico che è stato messo da parte, secondo me ingiustamente. E, sa perché? Perché penso che al Pd salernitano dia fastidio quando qualcuno non dica: obbedisco. Alfonso Andria è un ottimo amministratore ma non è stato mai iscritto ad un sindacato (parlo in questo caso della Cgil) ed è stato sempre libero. Sulle primarie apriamo un altro capitolo: ho la sensazione che lo stesso Pd abbia voluto far fuori politicamente Andria. Mi hanno riferito che il sistema delle primarie non è stato proprio perfetto in alcuni luoghi della provincia. So di persone che hanno trovato seggi chiusi ma all’indomani sono emersi poi i risultati di quelle sezioni. Sono solo voci, ma sa come si dice: Voce di popolo, voce di Dio. Spero che le prossime, soprattutto se accertati errori, siano svolte in maniera più seria. Nessuno deve impedire a nessuno di votare: si devono svolgere nella massima libertà».
De Luca governatore della Campania?
«Sarò al suo fianco, così come la scorsa volta. Nonostante non mi abbia ricandidato, mai più telefonato e nonostante l’allora Rifondazione Comunista non mi candidò alla Regione Campania. Forse davo fastidio? Fastidio perché ero troppo disponibile ed attento ai problemi della povera gente? Chissà».
Dopo De Luca?
«Non vedo nessuno».
Neppure Bonavitacola?
«Chissà, troppo allineato. Ci vorrebbe un giovane capace, che abbia la conoscenza politica ed amministrativa che conosca la città. La gente vuole cambiare ma occorre una persona seria».