De Luca, nostalgico del Pci: spara a zero su Epifani e Letta - Le Cronache
Attualità

De Luca, nostalgico del Pci: spara a zero su Epifani e Letta

De Luca, nostalgico del Pci: spara a zero su Epifani e Letta

di Andrea Pellegrino

 

E’ stato ad un passo, probabilmente, dal lasciare l’incarico di governo. Le stoccate sempre più pesanti nei confronti del Partito democratico (suo partito d’appartenenza) non hanno lasciato troppo spazio all’immaginazione: Vincenzo De Luca alla fine ieri pomeriggio è ritornato “compagno di un tempo”, del Pci ci cui ora nostalgia. Al suo fianco c’era Goffredo Bettini, giunto a Palazzo dei Marmi per presentare il suo ultimo libro: Carte Segrete – Roma, l’Italia e il Pd tra politica e vita. I punti di contatto tra l’ex vice di Rutelli e De Luca, partendo dal disagio interno, sono stati davvero tanti. Alla fine il sindaco viceministro (ancora senza deleghe) De Luca ha smantellato completamente il Partito democratico, partendo dal suo vertice: quello partitico (Epifani) e quello governativo (Letta), «incapaci – a suo dire – di governare il processo di trasformazioni di cui necessità in questo momento l’Italia». Ma Vincenzo De Luca arriva ad oggi partendo dagli anni ’70. Una carrellata storica per arrivare all’inadeguatezza dell’attuale classe dirigente del Pd. In sala ci sono tutte le sue truppe: a partire da Gianfranco Valiante, fino al ritrovato Attilio Naddeo, passando per il neo consigliere provinciale Mimmo Volpe e Corrado Martinangelo. Ancora ci sono gli uomini delle partecipate: come Ciccio D’Acunto (ex presidente del Cstp), Mariano Mucio e Ugo Carpinelli. Insomma tutto il suo entourage: quasi come se fosse l’inizio di una campagna elettorale. Altri tempi – dice De Luca – quando «la classe dirigente si selezionava. Quando i dirigenti avevano quell’autorevolezza tale che bastava un niente per capire la linea da seguire. Rimpiango quei gruppi vedendo ciò che accede oggi. Ho visto oggi candidati al Parlamento non scelti in base alla loro rappresentanza territoriale, bensì al sistema delle correnti. Ho visto Epifani che non contento della prima esperienza della formazione del Governo, ha perso tempo a contattare tutte le correnti per costituire una segreteria di giovanotti alcuni dei quali non li farei entrare neppure in questa stanza». «Vedo oggi un partito morto, inutile, che non serve a nulla» – rincara ancora De Luca – «A me non frega nulla della mia proiezione nazionale. Non mi serve. Così non mi frega questa concezione quasi andreottiana di durare: durare come parlamentare, durare come governo». E se De Luca guarda al passato con nostalgia l’altra novità di questo ormai lungo tira e molla con il Pd è la ritrovata benevolenza nei confronti di Matteo Renzi. Chissà se De Luca non stia pensando di diventare proprio un rottamatore.