Le interviste impossibili: Nino Colucci - Le Cronache
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Le interviste impossibili: Nino Colucci

Le interviste impossibili:        Nino Colucci

di Tommaso D’Angelo

 

Sono accompagnato da una silenziosa lupa, lì dove il fumo delle sigarette si confonde con le nuvole di un cielo azzurro e profumato. In fondo intravedo un gruppetto di persone, la risata collettiva mi fa capire di essere giunto alla fine del viaggio. Il cavaliere Colucci ha appena terminato di raccontare una delle sue proverbiali barzellette. Berlusconi diventerà il Gino Bramieri della politica solo anni dopo. Vedo che la camerata è affollata. Ci sono il giovane Carlo Falvella, un Mario Rossi arrabbiatissimo, l’avvocato Gassani con il collega Maceratini, Sergio Ramelli e altri volti noti della destra. In fondo il vocione di Almirante che incanta ancora il suo parterre di ascoltatori, sembra di essere di nuovo in piazza della Concordia, con le note in sottofondo di Sole che sorgi libero e giocondo. “E che ci fai da queste parti, non è ancora il tuo momento-ridacchia Colucci”. Nostalgia di buone interviste, giù c’è poca roba e ho pensato ad un viaggio retrò. E non potevo non cominciare che con Lei. “Sì ma qui non posso offrirti la solita mezza pizza. Intervista? Ancora con Cronache, eh. A proposito: ho letto le dichiarazioni di Rapuano un paio di settimane fa, lo ringrazio. Come vedi sono gli avversari politici che si ricordano di me, i presunti amici si sono ben presto dimenticati di 50 anni di battaglie vissuti insieme”.Vedo che è informatissimo, come se fosse ancora dietro la scrivania al primo piano di via Conforti. Parliamo di politica? “Parliamo di politica”. Ventennio deluchiano al termine? “Innanzitutto il ventennio è una cosa seria. Ho visto che è diventato vice ministro e dovrebbe lasciare la poltrona di sindaco. Difficile. E se lo farà non cambierà nulla, sarà sempre lui a muovere le fila”. De Luca sindaco lo porta un po’ sulla coscienza… “Ti riferisci al ballottaggio del ‘94, vero? Bisognava scegliere tra il democristiano Acocella e De Luca. Prevalse l’orgoglio di abbattere l’egemonia democristiana che aveva governato per 50 anni”. Però la Dc la votò come sindaco… “Uno scherzo di Salzano dopo la crisi del sindacato Scozia. Volevano evitare l’elezione di Giordano e la Dc compatta mi votò. Mi dimisi subito per non prestare il fianco ai giochetti democristiani. Se avessero voluto fare un accordo con l’Msi ne avremmo potuto parlare”. Poi De Luca non siete riusciti più a batterlo “E’ mancata e manca ancora una vera forza di opposizione. Anzi molti elettori della destra lo hanno sostenuto e votato e De Luca è stato bravo a intercettare con atteggiamenti e dichiarazioni quell’elettorato. Operazione riuscita solo a Salerno, come ha messo il naso fuori è stato battuto”. Giudizio secco. “La sua rivoluzione è una perenne incompiuta, il dazio da pagare economicamente nei prossimi anni sarà duro, non a caso vende la Centrale del latte per fare cassa. Il resto sono chiacchiere”. In sottofondo l’inconfondibile vocione di don Peppino Tedesco. O sbaglio? “E’ lui. Peppino un galantuomo, una persona perbene e un grande avvocato ma litiga ancora per la Salernitana. Lo chiamiamo ‘O Presidente, quando qualcuno parla male dei granata è incontenibile. Qui il clan salernitano si fa sentire”. E la destra? “La destra esisterà sempre nonostante Fini e il suo tradimento”. Beh a destra non mancano i partiti. “Troppi e troppe divisioni, serve unità ma gli ideali non moriranno mai”. E Fratelli d’Italia? “Devo dire che Cirielli ha avuto coraggio. Aveva in mano il Pdl, ha lasciato tutto per ricominciare daccapo in nome di quei valori. Gli va riconosciuto. Ora è un piccolo Msi con una percentuale bassa ma bisogna pure dire che il partito non ha avuto tempo di radicarsi. Ma La Russa è uno che non molla e la Meloni è brava. Non capisco Crosetto ma va bene”. Gasparri è rimasto con Berlusconi. “Una delusione come tanti altri. Devo dire che a distanza di anni rivaluto il famoso schiaffo datogli da Cirielli (clamoroso episodio in costiera avvenuto negli anni 90). Aveva visto giusto”. Il Crescent “Un mostro, un pugno nell’occhio. E’ vero la zona andava rivalutata ma non con una colata di cemento. La vera vocazione dei salernitani non è questa. Vedo molto fermento in quei ragazzi, i figli delle chiancarelle. Finalmente un po’ di attivismo politico come gli anni 60 e 70”. Gli argomenti sono tanti “Si ma il tempo è scaduto. Grazie per la visita. Aggiungo che è una vergogna che il Comune non abbia intitolato una strada a Carlo Falvella”. “Dimenticavo”. Sì, cavaliè, ditemi. “La sai l’ultima?…”

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